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Una lettura in connessione col Ciclo Mestruale

L'antico culto legato alle divinità inseparabili di Demetra e Persefone, maggiormente diffuso e conosciuto attraverso gli inni omerici e associato ad un culto agrario e stagionale, rivela anche un culto "misterico" legato al ciclo Vita-Morte-Rigenerazione.
In alcuni luoghi della Grecia, anticamente, Demetra era conosciuta come Dea Ctonia, ovvero Sotterranea e i defunti venivano chiamati Demetreioi,  il Popolo di Demetra. Persefone era una sua parte che stava a rappresentare una polarità, solo successivamente si trasformò in Figlia.
Possiamo dunque supporre che Demetra-Persefone fosse un'unica Divinità Doppia, come tante altre, ovvero una divinità suprema che comprendeva in se stessa gli aspetti di Vita e di Morte, indifferentemente e inseparabilmente.
La loro storia può ben rappresentare la periodica "Discesa" nel Mondo Sotterraneo che ogni donna incontra durante la fase pre-mestruale e mestruale e la "Rinascita-Resurrezzione" che abitano la donna nel suo periodo pre-ovulatorio e ovulatorio.

Il mito che ci è arrivato tramite Omero racconta di come Persefone, nel suo aspetto di Fanciulla-Vergine-Seme venga rapita dal dio dei Morti, Ade-Plutone e che sia costretta a ritornare ciclicamente da lui nel suo Regno Sotterraneo per una buona parte dell'anno.
Demetra, l'aspetto Donna-Madre-Frutto, vive questo rapimento con angoscia  e senso di perdita e per questo diventa incapace di nutrire e creare vita, fino a quando Persefone ritorna in superficie.

La descrizione del rapimento di Persefone da parte di Ade ci può far riflettere sulla nostra esperienza personale.
Molte donne, durante la fase pre-mestruale, potrebbero percepire una forza sotterranea e sconosciuta che, improvvisamente e con violenza, cioè CONTRO LA LORO VOLONTA', le trascina sempre di più e inesorabilmente all'interno di se stesse, fino ad incontrare il Mondo della Morte-Mestruazione.

Questa parte del mito a mio avviso, mostra come l'azione del patriarcato ALLONTANA E SEPARA FORZATAMENTE la donna da se stessa, dalla propria consapevolezza, dalla propria integrità e dal proprio Potere, tanto da renderla
INGENUA (Persefone viene rapita mentre raccoglie allegramente i fiori e non si accorge di nulla);
SCOLLEGATA E ISOLATA ( quando viene rapita Persefone è lontana dalla madre)

l'effetto della cultura patriarcale sulle donne è proprio questo:
disconnessione da se stesse
frammentazione di sè
isolamento dalle altre donne
ingenuità, incapacità di valutare le circostanze secondo un proprio punto di vista
subire la propria ciclicità e viverla come qualcosa di estraneo, pericoloso e violento.

Ma c'è una versione pre-olimpica del mito (rintracciabile nei frammenti di Diodoro e di altri autori), dove NON C'E' TRACCIA DEL RAPIMENTO.
L'introduzione del ratto di Persefone ad opera di Ade fu aggiunta soltanto in un secondo momento, probabilmente come conseguenza alla reale invasione delle popolazioni che provenivano dal settentrione e che adoravano un dio, Zeus, e che sovvertirono l'organizzazione sociale matriarcale preesistente.

Questa più antica versione del mito pone Persefone in una situazione assolutamente diversa dalla precedente: l'aspetto della Fanciulla-Figlia, pur mantenendo il legame-collegamento con l'aspetto Donna-Madre, anzi mi sento di dire proprio per questo,
DECIDE,  di sua spontanea volontà, di scendere nel Mondo dei Morti!
Persefone sa che lì sotto c'è qualcosa di molto importante da conoscere, da abbracciare, da rivitalizzare. La sua è una CHIAMATA, un istinto fortissimo e sano a contattare l'energia della Morte, scoprendo così che la morte non è la fine di tutto, ma un tempo necessario per riposare e rigenerare la vita!
Che messaggio potente, grandioso per noi donne!
Ogni mese noi siamo CHIAMATE ad entrare dentro noi stesse, dentro il nostro mondo sotterraneo, e ad abbracciare la nostra morte!
Più siamo scollegate, ingenue, isolate, più facciamo fatica e resistenza. Ma se restiamo in contatto con la nostra natura ciclica, doppia, ambivalente che ci è propria, allora possiamo CONSAPEVOLMENTE, VOLONTARIAMENTE, CORAGGIOSAMENTE E DOLCEMENTE  scendere nel Mondo della Morte, sapendo che andiamo lì, ed è necessario andarci, per permettere a ciò che è morto di riposare e per compiere un'opera di ri-generazione.
Solo così saremo veramente pronte a rinascere, a risorgere dalle tenebre.
Se, invece, scendiamo controvoglia, impreparate, impaurite non riusciamo a rigenerare nulla e quando torniamo in superficie non siamo veramente vive. Nè vive nè morte. Come degli zombie. Che brancolano in cerca della propria integrità.

Persefone invece ci insegna, con tutta la sua dignità e tutto il suo potere di Donna che Sceglie, che morire è indispensabile per tutto il tempo necessario.
Demetra, la Donna-Madre, la parte che rimane in superficie si veste a lutto e, apparentemente, cessa di nutrire la vita. Ma, come ci insegna il mito, in realtà in quel periodo di attesa, Demetra insegna ai mortali i segreti della vita ciclica...

Gabriella Irtino

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La Ciclicità Femminile mette in contatto, sia le donne che gli uomini, con La Donna Che Cambia.

Lo dice la parola stessa: la donna muta, non è sempre uguale, ma nell'arco del mese incarna e fa esperienza di diversi archetipi ed energie.

La cultuta patriarcale, la sola che conosciamo da quando veniamo al mondo, accetta soltanto le prime due fasi del ciclo femminile: la fase follicolare e l'ovulazione. Ovvero, accetta soltanto la donna disponibile sessualmente e la madre, la donna che nutre, sostiene e accoglie senza condizioni.
Le ultime due fasi del ciclo, invece, non sono accettate e cercano di essere rimosse: la fase premestruale ed il mestruo, quando la donna non è più molto disponibile, accogliente e servizievole, perchè riconosce che ci sono cose più importanti da fare che continuare ad occuparsi solamente degli altri e rispondere ad aspettative che la allontanano dai suoi bisogni.

Di solito, gli uomini si spaventano di fronte a questo Femminile. Un Femminile austero, potente, che non accetta compromessi, critico verso ciò che non funziona, verso ciò che non è autentico.
Un femminile che può, temporaneamente, allontanare ed allontanarsi, per rigenerarsi.
L'uomo rimane interdetto di fronte a questo femminile: in esso non riconosce più la sua donna, quella donna dolce, transigente, gentile, accondiscendente, accogliente e nutriente che conosceva e di cui si era innamorato.
Nessuno ci spiega che nella donna vivono molte donne. Noi stesse, facciamo fatica a ricoscerlo prima. E ad accettarlo poi. Ma è proprio qui la nostra ricchezza: vorreste sempre vivere un'unica stagione? E anche se lo voleste, sarebbe impossibile, perchè il ciclo stagionale prevede 4 fasi. Non potrebbe mai esistere l'estate senza l'inverno.

La donna che non si sente accettata nelle sue fasi premestruale e mestruale e ha paura di perdere il consenso, l'amore e l'appoggio del partner e della comunità, rischia, per adeguarsi ai voleri altrui, di rinnegare la sua natura ciclica e di soffocare le energie delle ultime fasi. Con esse, limita il suo intuito, la possibilità di andare oltre la superficie, la capacità di decidere il proprio benessere e di rigenerarsi. Cerca di mostrarsi e di essere sempre docile e disponibile anche quando il suo corpo e la sua anima reclamano altri comportamenti, atteggiamenti e scelte consapevoli.
E' come se, invece di aprirsi alla vista e all'ascolto interiori, la donna si bendasse gli occhi e si tappasse le orecchie per non sentire l'altra se stessa... che a volte le dice: "Che cosa stai facendo? Sei sicura che è proprio quello che desideri? Sei felice? Di che cosa hai bisogno?"
Facendo così, la donna impedisce a se stessa di crescere ed evolvere. In questo modo ostacola anche la crescita delle sue figlie e figli, e del suo compagno.

L'uomo deve imparare ad avere il coraggio di guardare le donne per quelle che sono e non per come vorrebbe che fossero: Donne che Cambiano, tanto dolci ed accoglienti quanto spietate e solitarie a seconda di quello che serve per mantenere l'equilibrio dentro e fuori di sè. Solo in questo modo la vita si rigenera e si perpetua.

Gabriella Irtino

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Le Dakini sono una bellissima rappresentazione del femminile incarnato diffusa sia nell'Induismo che nel Buddismo.
E' particolarmente importante la loro figura per noi donne perchè ci riporta subito a un femminile integro, completo, forte, saggio e potente.

Sono definite "Le Danzatrici del Cielo" poichè Dakini è la traduzione della parola tibetana "khandro", che significa letteralmente "colei che va in cielo", o "colei che si muove nel cielo".
E cioè una donna libera, che ha superato ostacoli e limiti della mente comune.

Le Dakini  rappresentano la conoscenza e il potere magico, insiti nel Femminile, il flusso dell'energia che cambia continuamente, il fuoco che distrugge il velo dell'illusione e l'acqua che scioglie le parti irrigidite dentro di noi, gli schemi mentali, le paure. Sono la Terra che ci nutre e ci sostiene e l'aria che ci purifica.

Le Dakini ci aiutano a risvegliare le forze dentro di noi che si sono addormentate.
Sono spesso raffigurate nude o seminude, in posa danzante e attiva.
Indossano collane e decorazioni con teschi, come le sciamane che hanno varcato i confini del mondo della Morte e ne sono ritornate.  Hanno un aspetto fiero e a volte temibile.

Tre sono gli oggetti principali che di solito appaiono nella rappresentazione della dakini: il coltello uncinato (kattari), il bastone con il tridente (katvanga), e la coppa-teschio colma di sangue (kapala).

Il coltello uncinato a mezzaluna della dakini  secondo la tradizione tibetana serve per far uscire dalla sofferenza, tagliare a pezzi il l'Io e a me  fa pensare anche al coltello che dà la vita, tagliando il cordone ombelicale, e dà la morte quando necessario, scarnifica i cadaveri per liberarli dalle loro spoglie mortali, li alleggerisce per facilitare il loro viaggio.

Il katvanga, il bastone, rappresenta il consorte segreto maschile della dakini, l'energia maschile interiorizzata in modo che la donna sia autonoma, autorealizzante e non proietti sul Maschile desideri e bisogni.

Il Kapala, la coppa-teschio, che è ricolma di sangue... Ma che tipo di sangue? Ripensando ai rituali tibetani legati al Tantra dove il Sangue Mestruale è spesso protagonista come elemento veicolante di energia vitale, mi sento di dire che le Dakini bevono il loro sangue mestruale, fonte di Morte-Rigenerazione-Vita, un sangue che arriva direttamente dai loro corpi pregni di energia sessuale-vitale, a ricordarci che la nostra vita è ciclica e che tutti gli insegnamenti arrivano dalla sacralità del copro femminile.

Gabriella Irtino

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La società e la cultura che ci circondano non solo non ci ci aiutano ad affrontare questo argomento in maniera sensibile, rispettosa e intelligente, ma limitano il discorso a qualcosa di sconveniente, di cui si può solo parlarne a bassavoce.
Addirittura il termine "mestruazione" sembra per molti impronunciabile, tanto che sono stati creati diversi modi per nominarle, tutti metaforici, indiretti, come se ogni volta che venisse pronunciata la parola "mestruazione" uscisse fuori il Diavolo!!!
Solo chiamandole col loro giusto nome e parlandone potremmo contribuire a cambiare la consapevolezza in noi donne, nelle altre ragazze, nei ragazzi e negli uomini e quindi nel mondo!!!

Il rispetto delle donne passa anche dal rispetto della loro vita ciclica e del loro sangue mestruale!

Diventa così importante che la famiglia  valorizzi sin dal primo ciclo il sangue mestruale delle figlie. L'arrivo del menarca dovrebbe essere una festa, un riconoscimento del valore insito nel sangue femminile come portatore e rigeneratore di vita (una volta si diceva : una donna che sanguina è sana, un uomo che sanguina sta male..).
E se i nostri figli maschi crescessero in una situazione del genere, rispettosa e valorizzante del femminile, diventerebbero uomini consapevoli, rispettosi, attenti e sensibili.

Purtroppo, ci sono ancora tante donne che credono che il loro sangue mestruale sia qualcosa di repellente! Secoli di demonizzazione del femminile, della sessualità e del corpo hanno creato questo atroce e svilente pensiero. Si sono mai sentiti discorsi del genere sullo sperma degli uomini?
Un'educazione paritaria deve rendere onore al maschile tanto quanto al femminile. Nelle scuole materne di alcuni villaggi dell'America Latina alle bambine di 3 anni viene insegnato un canto che dice più o meno così: "La mia vulva è sacra e bella" e ai bambini ne viene insegnato un altro: "il mio pene è sacro e bello" (fonte Abuela Margherita, se vuoi conoscerla clicca qui)
Certamente, crescendo in questo modo non si lascerebbe troppo spazio alle idee aberranti che circolano riguardo ai nostri corpi.

Ho le mestruazioni, lasciatemi in pace!
Un titolo provocatorio,  che ricalca molti stereotipi legati al ciclo mestruale. Secondo la società, e purtroppo anche noi donne ne siamo convinte,  sembra che quando mestruiamo siamo solo capaci di essere isteriche, aggressive, in preda alle nostre emozioni e incapace di gestirle. Nessuno ci spiega che durante i giorni del mestruo abbiamo semplicemente bisogno di riconoscere le nostre esigenze e, soprattutto, che non abbiamo nessuna voglia di scendere a compromessi con le richieste assurde della nostra società, verso la quale tutti ci adeguiamo, mascherandoci e diventando ciò che non siamo! Le mestruazioni sono uno strumento particolarmente importante per capire che cosa ha veramente valore nella vita, per questo danno fastidio e fanno paura! A una donna mestruata non si può e non si deve chiedere di essere docile, carina, servizievole, stupida e accondiscendente, perchè non lo è! E, proprio durante i giorni della mestruazione che la donna diventa maggiormente consapevole della propria identità, dei ruoli che è costretta a ricoprire per essere accettata socialmente, delle continue menzogne che deve ascoltare, dire e dirsi!
Le mestruazioni sono un periodo di Rivelazione/Consapevolezza profonda.

Adesso comprendete perchè ci vogliono imbottire di analgesici?
Donne, risvegliatevi alla vostra consapevolezza!
Madri, aiutate le vostre figlie a non addormentarsi!

Gabriella Irtino

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Quando una donna sanguina...

si apre al suo potere, all'intuizione, ai mondi invisibili

si concede alla Morte

riscopre il potere del corpo e il suo linguaggio

si riconnette al senso ciclico della vita

entra in contatto con le sue verità

 

Il mondo ci vuole sempre uguali, anche quando sanguiniamo. Analgesici, assorbenti interni servono a non sentire il nostro sangue che esce dal nostro corpo e chiede attenzione.

Invece, durante il mestruo, facciamo attenzione donne!

Quando sanguiniamo siamo più aperte, sensibili, ricettive.

Il fatto di sanguinare ci porta, naturalmnete, a contatto con la questione della Morte, altro tabù nella nostra società. Durante il mestruo, l'endometrio muore e noi dobbiamo accettare la sua morte, non possiamo opporci, dobbiamo accettare questa fine, questa perdita e lasciarla andare... Lo possiamo fare perchè la nostra stessa natura, il nostro corpo ci insegnano che la morte non è la fine di tutto, che sotto l'endometrio che si sfalda se ne sta gia riformando un altro...

Il nostro sangue ci ricorda che la vita non è lineare ma ciclica, è un Cerchio, all'interno del quale le varie fasi si succedono in un movimento eterno...
Il corpo femminile è il nostro Maestro. Lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, ma è come se lo ignorassimo. E così, ignorandolo, anche quando sanguiniamo continuiamo a fare le solite cose. Invece di rallentare il ritmo, come fa la natura in inverno che riposa e si rigenera, noi continuiamo a lavorare, ad affacendarci e a dissanguarci per stare dietro alle richieste della società e della cultura dominante.
Sapete cosa facevano le donne del passato? Si ritiravano nella loro Tenda della Luna e Tenda Rossa. Lasciavano figli e uomini a gestirsi da soli, e loro andavano.

I giorni del mestruo sono fondamentali per comprendere la qualità della nostra vita.
Le nostra sensibilità, intuizione e chiaroveggenza si moltiplicano, ovviamente se glielo concediamo.
Questo significa praticare la Solitudine Intenzionale e l'ascolto di sè in assenza di giudizio.
Pratiche molto difficili da realizzare in un contesto sociale dove non c'è mai silenzio, la solitudine si vive solo interiormente perchè scegliamo di stare sempre in mezzo alla gente pur di non ritrovarsi a tu per tu con noi stesse, e se per caso succede, cosa facciamo? Accendiamo radio e televisione, per farci compagnia!
Ma soltanto nella solitudine  e nel silenzio possiamo sentire come stiamo e di che cosa abbiamo bisogno.
La tristezza che può sopraggiungere nei giorni appena precedenti al mestruo e durante il mestruo è più che normale: gli ormoni che ci hanno sostenute fino ad oggi se ne sono andati, l'endometrio si sta disfacendo. Stiamo vivendo una vera e propria Morte, fisica e psicologica,  e se nessuno ce ne parla chiaramente e noi stesse non ci permettiamo di comprendere a livello più profondo ciò che accade, le emozioni ci sommergeranno!
Invece, possiamo vivere questa esperienza come una grande opportunità!
Intanto, comprendiamo il senso ciclico della nostra vita. Intanto percepiamo che le cose non hanno un inizio e una fine, ma che l'esistenza è un cerchio ininterrotto e che la morte precede la rinascita e viceversa.
Intanto, nel silenzio e nella solitudine possiamo più facilmente ascoltare i messaggi del nostro corpo e della nostra anima: come sto? Ho trascurato la mia salute? Il mio corpo si sta lamentando? Perchè? Che cosa vuole? Faccio fatica a lasciar andare, a lasciar morire? Che cosa muore con me e con il mio utero? Di che cosa avrei più bisogno? Che cosa non voglio più?

Proprio durante il mestruo, spesso, arrivano delle intuizioni: cose da fare, cose da dire, da scrivere o disegnare. Soluzioni creative e ispirazioni facilmente sopraggiungono se glielo permettiamo.
Se ci comportiamo in questo modo nei confronti di noi stesse e del nostro sangue diventeremo donne sempre più consapevoli, ricche e potenti.
La parola "potere" può dar fastidio e spaventare perchè viene associata ad una forma di utilizzo del potere personale contro gli altri e a favore esclusivo di sè. Ma il vero Potere si basa sulla conoscenza profonda, sul rispetto di se e degli altri. Questo tipo di potere ci aiuta a non essere condizionate/condizionabili e quindi a divenatre sempre più donne LIBERE!
Una donna libera si ama e si rispetta, solitamente è felice perchè fa quello che desidera e si esprime in maniera sincera. Non si appresta ad adeguarsi alle richieste degli altri e non pretende che gli altri siano diversi da quello che sono. La sicurezza calda che ha di se stessa e della sua natura ciclica la guida  a fare delle scelte piene di vita e benessere, anziche scegliere situazioni che la impoveriscono e la allontanano da se stessa.

Quindi, donne, onoriamo il nostro sangue e celebriamolo tutte le volte, perchè ci regala ogni mese l'opportunità di rigenerare ogni aspetto della nostra vita!

Accendiamo una candela, mettiamo un fiore rosso sul nostro altare, facciamo un disegno col nostro sangue mestruale....

Gabriella Irtino

 

 

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La violenza sulle donne non è solo quella, terribile, che le vede vittime di abusi sessuali, percosse e uccisioni.
Anche la svalutazione e il disinteresse verso il ciclo mestruale nascondono una svalutazione verso il corpo e la vita delle donne.
Finchè il sangue mestruale verrà svalorizzato e disprezzato, o ignorato, lo saranno anche le donne.
Svalorizzare, disprezzare il sangue mestruale è una delle prime forme di violenza sulle donne.

I "segreti" intorno al discorso del mestruo che la nostra cultura cattolica, maschilista e misogina ha alimentato, non fanno altro che accrescere un senso di vergogna e di inadeguatezza nelle donne e l'ignoranza e l'inconsapevolezza in entrambi i sessi. Le donne di un tempo si isolavano dal resto della comunità non perchè il loro sangue era qualcosa di sporco o di sbagliato, ma perchè avevano bisogno di concentrarsi sulle loro facoltà psichiche per comprendere meglio la vita e se stesse. I bambini, le bambine e gli uomini crescevano condividendo le conoscenze sul ciclo mensile delle donne, e questo aumentava la loro consapevolezza sul valore della vita ciclica.
Creare tabù, ignoranza, vergogna e disprezzo intorno al mestruo, significa creare ingnoranza e svalorizzare l'intero ciclo mensile femminile (grazie al quale nascono uomini e donne) e di conseguenza la ciclicità dell' esistenza e della natura, che sono invece alla base di una vita armonica, equilibrata e felice per tutti!

La nostra società e la cultura che ci circonda non ci aiutano ad affrontare questo argomento in maniera sensibile, rispettosa e intelligente.
Non c'è nulla di cui vergognarsi o di cui non si possa parlare intorno al sangue mestruale e alla ciclicità femminile. Solo parlandone potremmo contribuire a cambiare la consapevolezza in noi donne, nelle altre ragazze, nei ragazzi e negli uomini e quindi nel mondo!!!

Il rispetto delle donne passa anche dal rispetto della loro vita ciclica e del loro sangue mestruale!

Gabriella Irtino